La cosa più importante in Comunicazione è ascoltare ciò che non viene detto”. Per un’azienda o professionista, comunicare è un po’ come avere una “relazione”, occorre sempre ascoltare ciò che non viene detto. Come non essere d’accordo con Peter Drucker, saggista statunitense, padre del Management.

Sappiamo che la comunicazione avviene su tre livelli differenti: verbale, paraverbale e non verbale. Senza voler entrare nell’accademico, a noi basta ricordare che la comunicazione coinvolge tutti i sensi, che le parole non dicono tutto del pensiero del nostro interlocutore e di noi. A pensarci bene, ogni qual volta riusciamo a percepire un interesse sincero nei nostri confronti, oltre le parole dette, siamo disposti ad ascoltare e ad investire in una persona (o azienda).

Proviamo a riflettere sulle sensazioni percepite nelle pubblicità, su qualunque mezzo di comunicazione: i grandi brand raramente comunicano un messaggio diretto “Acquista!”, non comunicano il prodotto in sé, non comunicano principalmente con le parole ma comunicano i propri valori (esclusività, convenienza, affidabilità, familiarità, per fare qualche esempio) e lo fanno attraverso immagini, suoni. La comunicazione diventa più influente se basata sulle sensazioni perché le sentiamo più vere rispetto ad un pensiero razionale.

Potremmo sentirci presi in giro da tutto questo? Forse, ma vediamo di prendere la parte buona: noi liberi professionisti, nella perenne sfida di ampliare il nostro business, il nostro pubblico/clienti potremmo ampliare il nostro modo di comunicare e concentrarci su questi aspetti:

  • Curare la nostra presenza visuale (logo, corredo aziendale, foto) tenendo a mente quali percezioni vogliamo dare al nostro audience

  • Comunicare sensazioni diverse, vere per attirare un pubblico simile

  • Ascoltare ciò che non viene detto dai nostri clienti e soprattutto dai non (ancora) clienti

Buona comunicazione!